Come usare un esposimetro

Ultimo aggiornamento: 27.04.24

 

Principi di base

L’esposimetro è uno strumento per misurare l’intensità della luce, e quindi il suo funzionamento è basato su una cellula il cui diodo è composto da un materiale fotosensibile; il più utilizzato, sia tra quelli esterni sia tra quelli integrati nelle fotocamere, è il silicio, in quanto la sua reattività alla luce è molto rapida.

La misurazione può interessare sia la luce riflessa sia quella incidente sul soggetto, e per passare da una modalità di all’altra basta agire sulla lumisfera, ovvero la copertura emisferica di colore bianco che può essere applicata o tolta alla cellula fotosensibile.

Per misurare la luce incidente, bisogna utilizzare la cellula coperta dalla lumisfera, mentre per rilevare la luce riflessa bisogna rimuoverla.

 

 

L’esposimetro interno

L’esposimetro integrato nelle fotocamere è basato su una cellula fotosensibile priva di lumisfera, e quindi è in grado di misurare esclusivamente la luce riflessa dal soggetto oppure, impostando il metodo di misurazione medio o semispot, dall’intera scena inquadrata. 

Proprio per questo motivo, quindi, le sue letture possono risultare imprecise e nella maggior parte dei casi bisogna provvedere compensando l’esposizione; col passare del tempo e con la pratica, però, anche limitandosi all’uso esclusivo dell’esposimetro interno, si possono ottenere buoni risultati.

L’esposimetro esterno

L’uso dell’esposimetro esterno, invece, permette di misurare sia la luce riflessa sia la luce incidente, di conseguenza la lettura ottenuta permette di impostare la coppia tempo/diaframma ottimale e di poter fare a meno della compensazione EV.

Anche in questo caso, però, è necessaria molta pratica per acquisire l’esperienza necessaria a ottenere i risultati migliori, soprattutto in base al tipo di strumento usato.

Gli esposimetri analogici, infatti, sono molto sensibili alle minime variazioni, e spesso diverse misurazioni eseguite in rapida sequenza in circostanze apparentemente uguali, possono dare letture sostanzialmente diverse l’una dall’altra.

 

 

 

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