Come utilizzare un vaporizzatore

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Il vaporizzatore è una buona alternativa alla sigaretta elettronica, in quanto permette di fumare non solo tabacco ma anche erbe, per trascorrere momenti piacevoli o curare alcune patologie.

Vediamo da vicino quali usi si possano fare di questo strumento.

 

Come funziona

Prima di optare in maniera definitiva per un prodotto del genere, è necessario domandarsi cosa sia un vaporizzatore di erba e come funziona.

Si tratta certamente di una buona alternativa alla sigaretta elettronica, in quanto consente di inalare tutti i principi attivi di erbe che possono giovare a patologie ma anche, semplicemente, far assaporare buoni aromi.

Ma come funziona? L’elemento sempre presente è una camera di combustione, nella quale si inserisce solitamente l’erba da vaporizzare.

Questa sostanza può trovarsi direttamente a contatto con la resistenza oppure in un altro ambiente: nel primo caso sarà riscaldata direttamente, nel secondo sarà invasa dall’aria calda, che le permetterà di emanare l’aroma.

Per far sì che la resistenza si riscaldi ogni vaporizzatore ha un arco di temperature impostabili, che vanno di solito dai 40 ai 220 gradi centigradi.

Una volta selezionata quella giusta, il dispositivo inizierà a produrre vapore arricchito dai principi attivi dell’erba, che saranno così conservati interamente perché la sostanza non viene bruciata.

 

Il fai da te

Chi è un assiduo risparmiatore può decidere di non acquistare un modello ma di crearlo in maniera autonoma. Allora, come costruire un vaporizzatore?

Partiamo dal metodo più semplice, ovvero quello di usare una lampadina. Avete capito proprio bene: una a bulbo, meglio se da 100 watt perché più capiente, sarà la base del vostro strumento.

Tagliate la parte in metallo, quella zigrinata che si usa per avvitare la lampadina. Prendete una pinza ed estraete il filo metallico: a questo punto sarà rimasto solo il contenitore in vetro.

Posizionate un tappo sulla parte aperta e fissatelo in modo che non lasci trapelare l’aria. Forate la parte superiore, praticando due buchi, nei quali poi dovrete infilare due cannucce robuste, meglio se in vetro.

Basterà adesso inserire l’erba all’interno del bulbo, richiuderlo, metterlo su una fonte di calore per far sì che inizi a vaporizzare.

Lo stesso metodo può essere usato se si vuole porre come base una fiala di vetro mentre, se volete usare un bicchiere, sarà sufficiente ritagliare la parte superiore di una bottiglia di plastica, il tappo, per capirci.

E poi praticare due fori nei quali saranno inserite le cannucce. Basterà poi posizionarlo nel bicchiere, in modo che lo chiuda.

Una pratica che invece sconsigliamo, anche se c’è chi la utilizza, è quella di trasformare una pistola a caldo in un vaporizzatore, in quanto questo oggetto è pensato per ottemperare a scopi industriali, che non includono l’inalazione.

Potreste anche voler trasformare una sigaretta elettronica in un vaporizzatore:

anche se esistono diversi tutorial in rete su come eseguire questa operazione, ve lo sconsigliamo, in quanto il calore prodotto dalla sigaretta è molto alto e potrebbe addirittura bruciare i polmoni se inalato con eccessiva foga.

 

Usarlo alla giusta temperatura

Una delle impostazioni che devono essere comprese meglio, per ottenere il vapore giusto, che contenga tutte le proprietà delle erbe che si inseriscono nel serbatoio, è la temperatura del vaporizzatore.

In pratica, è importante comprendere quali siano i gradi adatti a permettere il rilascio delle sostanze che intendiamo inalare.

In generale, il vapore più denso è emesso impostando una temperatura compresa tra i 180 e i 210 gradi centigradi, in quanto al di sotto non sempre è possibile permettere una corretta diffusione dei principi attivi.

Per fare un esempio, erbe come la valeriana devono essere vaporizzate a 180 gradi, mentre la lavanda a non più di 120.

Quello che vi consigliamo è di verificare quale sia la temperatura consigliata, prima di inserire l’erba nel vaporizzatore, ma anche di sperimentare autonomamente, in base alla densità del vapore che desideriamo inalare.

Bisogna anche considerare che ci sono alcuni modelli che tendono a surriscaldarsi, soprattutto se utilizzati ad alte temperature e a lungo:

verificate che il vostro acquisto non abbia questi problemi, in quanto potreste anche causare ustioni alle dita, se lo tenete in mano.

La manutenzione

Un problema da porsi, ogni volta che si finisce una sessione, è quello di lasciare il dispositivo in condizioni ottimali, per consentirgli di durare abbastanza a lungo.

Se vi state chiedendo come pulire il vaporizzatore, leggete qui i nostri suggerimenti.

Prima di tutto è di fondamentale importanza eliminare i residui di erba, che sarà ormai secca, meglio se tramite una pinzetta. Una volta eseguita in maniera accurata questa operazione, lasciate raffreddare il vaporizzatore.

Procedete poi con uno spazzolino o un pennellino a eliminare tutto ciò che resta nel serbatoio.

Se avete intenzione di avere cura ancora di più del vostro vaporizzatore, ci sono procedimenti che potrete eseguire dopo diverse sessioni.

Per esempio, potrete pulire con alcool puro il bocchino, specialmente se lo condividete, in modo da impedire ai germi di accumularsi.

Se il vaporizzatore è composto da metallo o vetro, potrete tanto usare l’alcool, tanto l’acqua calda mista ad aceto, per un’azione più gentile.

La camera di riscaldamento può essere trattata con sostanze del genere, anche se successivamente dovrete fare una prima accensione a vuoto, in modo da far evaporare i residui di alcool.

Un punto di riferimento molto importante è costituito dal manuale di istruzioni, che spesso è accluso nella confezione oppure può essere inviato in seguito tramite email.

Controllate che il vostro articolo possa sopportare trattamenti del genere, ovvero che non sia soggetto a ossidazione o a trattenere odori forti nonostante procediate a pulirlo con attenzione.

Molto importante anche verificare come sia più corretto smontare le parti che compongono il vaporizzatore, in modo da non causare danni e da non pregiudicarne il corretto funzionamento.

 

 

 

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