Come utilizzare una fotocamera istantanea

Ultimo aggiornamento: 24.04.24

 

Un po’ di storia… 

La tecnologia su cui si basa il principio di funzionamento di una fotocamera istantanea è direttamente derivata dagli studi dell’inventore americano Edwin Herbert Land.

Quest’uomo, definito “l’ultimo dei grandi geni”, nel 1929 registrò un brevetto relativo a uno speciale foglio di plastica utilizzato per polarizzare la luce.

Questo brevetto, in seguito, ha dato origine a diverse aree di applicazione che hanno portato alla nascita di tutta una serie di nuove attrezzature, a partire dagli occhiali da sole fino ai filtri fotografici e agli attuali schermi a cristalli liquidi, comunemente noti come display LCD.

Successivamente, nel 1937, Edwin Land fondò la Polaroid Corporation, il cui nome sarebbe presto divenuto sinonimo della fotografia istantanea in tutto il mondo. Il primo prodotto a entrare in commercio, quindi, furono le pellicole istantanee, le quali erano basate appunto sulla tecnologia dei filtri polarizzanti sviluppata da Land.

Le prime pellicole istantanee erano composte da una serie di fogli fotosensibili, ognuno dei quali era ricoperto da una ulteriore pellicola che, nel lato a contatto con il foglio fotosensibile, era impregnata con dei reagenti chimici.

Dopo che la pellicola veniva impressionata, doveva essere estratta manualmente dalla fotocamera e, dopo circa un minuto, essere separata sempre a mano dal foglio che conteneva i reagenti, rivelando l’immagine impressa direttamente in positivo, e permettendo di fare a meno della fase di sviluppo del negativo, la quale richiede tempo e l’uso della camera oscura.

Inizialmente Polaroid si concentrò esclusivamente sulla produzione di filtri da applicare agli occhiali da sole e pellicole istantanee, che erano in grado di fare soltanto foto in bianco e nero; Land mise quindi a punto una speciale cartuccia in grado di contenere un certo numero di pellicole e, a partire dal 1948, cominciò la produzione in massa della prima fotocamera istantanea Polaroid: il modello 95.

Successivamente Land perfezionò la tecnologia dei filtri polarizzanti su cui si basavano le pellicole istantanee, approfondì gli studi sulla percezione del colore dimostrando che quest’ultimo non è un fattore esterno ma viene costruito dal cervello, e arrivò finalmente a perfezionare, nel 1963, le prime pellicole istantanee a colori.

Fu soltanto nel 1972, però, che venne introdotto sul mercato il nuovo e rivoluzionario modello di fotocamera istantanea con espulsione automatica della pellicola e capace di fare fotografie a colori: la Polaroid SX70.

 

L’evoluzione delle pellicole istantanee 

Il principio di funzionamento delle pellicole istantanee a colori era lo stesso di quelle in bianco e nero, ovviamente, anche se con una diversa composizione dei reagenti.

Le ulteriori novità introdotte però, come accennato anche prima, erano la struttura della pellicola stessa, che venne inserita insieme al foglio con i reagenti all’interno di un telaio di plastica: la tipica cornice bianca delle foto Polaroid.

La foto quindi non aveva nessuna pellicola superficiale da rimuovere, grazie a un sistema meccanico inoltre, veniva espulsa automaticamente dalla fotocamera subito dopo lo scatto, per cui non doveva nemmeno essere estratta manualmente.

La Polaroid SX70 e il nuovo formato di pellicole istantanee conobbero un’immediata popolarità che perdurò per tutti gli anni ’70 e ’80, soprattutto grazie alla pubblicità indiretta di molti grandi fotografi dell’epoca, tra cui Andy Warhol, il fotografo tedesco naturalizzato australiano Helmut Newton e il giapponese Nobuyoshi Araki, che si innamorarono a prima vista della SX70 e la utilizzarono in maniera intensiva, nonostante la qualità di stampa della pellicola istantanea non sia mai riuscita a superare quella della pellicola tradizionale.

I problemi delle pellicole

La maggiore limitazione delle foto istantanee, infatti, è sempre stata la velocità di decadimento della stampa: le foto istantanee sbiadiscono più in fretta rispetto a quelle tradizionali, e i colori virano lentamente al blu.

Proprio per questa loro particolarità però, all’inizio degli anni duemila, le foto istantanee sono assurte allo stato di oggetti vintage, e in quanto tali hanno causato un risveglio di interesse da parte del pubblico.

Le fotocamere istantanee, che a partire dagli anni ’90 sembravano ormai essere destinate a scomparire definitivamente dal mercato, soprattutto a causa dell’avvento della tecnologia fotografica digitale, conobbero una nuova primavera e sia Polaroid sia altri noti marchi del settore fotografico, lanciarono nuovi modelli di fotocamere con una tecnologia di stampa istantanea migliorata, seppur condizionata sempre dalla caratteristica del decadimento rapido nel tempo.

 

 

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