Domande frequenti sulle pellicole fotografiche

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

 

Q1: Chi ha inventato la pellicola fotografica?

Il primo a chiedere il brevetto per la produzione della pellicola fotografica in celluloide come la conosciamo oggi fu il sacerdote episcopale Hannibal Goodwin, nel lontano 1887.

Questa pellicola era utilizzabile nelle “telecamere a rulli” e nacque con lo scopo originario di fungere da supporto per le immagini che il reverendo usava proiettare durante i suoi insegnamenti biblici.

Il brevetto, però, fu concesso a Goodwin soltanto 11 anni dopo, nel 1898, quando ormai l’uso della pellicola fotografica era già divenuto di dominio pubblico grazie all’imprenditore americano George Eastman, fondatore della storica azienda Kodak, che produceva pellicole fotografiche usando lo stesso procedimento del reverendo.

Se a Goodwin si deve quindi l’invenzione della prima pellicola fotografica, a Eastman va riconosciuto il merito di averla prodotta in serie nel formato 135 come lo conosciamo oggi, facendola così diventare il pilastro portante dell’industria cinematografica e fotografica.

 

Q2: Come funziona la pellicola fotografica?

La pellicola fotografica è composta da un sottile strato di triacetato di cellulosa sul quale sono sovrapposti ulteriori strati costituiti da speciali emulsioni composte da gelatina animale e micro cristalli di alogenuro d’argento, i quali sono resi fotosensibili combinandoli con nitrato di argento e sali di alogeni.

Il numero di strati fotosensibili cambia a seconda del tipo di pellicola; in quelle bianco e nero, per esempio, è presente un solo strato, mentre nelle pellicole a colori ci sono tre strati fotosensibili più uno strato filtro, posto tra gli ultimi due.

Quando viene esposta alla luce in modo controllato, attraverso un obiettivo, i micro cristalli fotosensibili reagiscono imprimendo sulla pellicola un’immagine non visibile, definita quindi latente; tramite il successivo processo di sviluppo quindi, mediante l’uso di sostanze chimiche in soluzione acquosa, l’immagine latente viene rivelata e convertita in immagine visibile.

Le pellicole, inoltre, possono essere di due tipi: invertibile o negativa; le pellicole invertibili, una volta sviluppate, forniscono direttamente l’immagine in positivo, a colori o in bianco e nero a seconda del tipo di pellicola usata, mentre la negativa fornisce un’immagine che è appunto in negativo, e che richiede un processo di stampa per essere riportata al positivo.

 

 

 

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