Domande frequenti sulle resistenze per sigaretta elettronica

Ultimo aggiornamento: 14.10.24

 

Q1: Quando cambiare la resistenza?

La sigaretta elettronica è composta da diversi elementi, partendo dall’alto abbiamo il beccuccio che serve per aspirare il vapore,

l’atomizzatore composto dal serbatoio spesso chiamato anche con il termine inglese tank e

la resistenza chiamata invece coil e infine, la parte inferiore che va collegata alla batteria con la relativa ghiera di regolazione dell’aria. 

Tra questi elementi, quello che va sostituito di tanto in tanto è la resistenza, tuttavia il tempo di utilizzo prima di cambiare la resistenza varia di modello in modello.

I motivi per cui cambiarla sono diversi, a volte può essere un utilizzo più intensivo, altre invece una temperatura eccessiva ma il risultato è sempre lo stesso: la resistenza finisce col bruciarsi.

Ma come capire se la resistenza della sigaretta elettronica è bruciata?

Non essendoci un indicatore esterno che vi dica esattamente quando sostituirla, è necessario fare attenzione a dettagli come la modifica del sapore quando si svapa, soprattutto se iniziate ad avvertire un retrogusto di bruciato.

In alcuni casi, invece, la fuoriuscita di liquido scuro dalla testina dell’atomizzatore, o una minore emanazione di vapore possono essere chiari segnali della necessità di cambiare la resistenza. 

Prima di effettuare l’acquisto è importante valutare sempre bene tutte le opzioni presenti sul mercato, prendendo in considerazione pro e contro delle resistenze originali e di quelle di terze parti.

Le prime hanno una durata maggiore, che può arrivare anche a svariate settimane;

mentre le seconde sono unanimemente considerate dai consumatori come più scadenti poiché spesso non riescono a raggiungere una settimana di utilizzo intensivo.

 

Q2: Come rigenerare la resistenza della sigaretta elettronica?

Rigenerare la resistenza della propria sigaretta elettronica non è una vera e propria passeggiata e richiede manualità, strumenti adatti e tanta pazienza.

Poi bisogna essere pronti a sbagliare e dover ricominciare poiché non esiste un metodo valido in assoluto per la rigenerazione. Il primo passo è quello di procurarsi l’occorrente. 

Sul mercato esistono numerosi kit per la rigenerazione che includono tutto il necessario per fare spire e smontare i vari elementi, tuttavia ricordate che dovrete anche procurarvi una delle tre tipologie di fili o persino tutte e tre.

Tra queste abbiamo il filo kanthal, per atomizzatori polmonari, quello in acciaio adatto sia a polmonari sia di guancia e infine quello in nichrome, sempre per tiri polmonari. 

Compiere una scelta potrebbe essere difficile, soprattutto se siete alle prime armi, quindi è bene procurarsene svariati per riuscire a fare tutte le prove del caso con le proprie resistenze.

Se non avete tempo o voglia di creare le spire di cavi da voi, sul mercato sono disponibili anche delle spire preconfezionate dalla grandezza diversa.

Tuttavia bisogna conoscere il diametro della propria resistenza per riuscire ad acquistarne uno compatibile.

Qualora preferiate il fai da te, selezionato uno dei fili metallici e iniziate a creare delle spire avvolgendoli attorno a una bacchetta in metallo.

La dimensione della bacchetta deve variare in base alla spira che intendete realizzare e per ottenere diametri differenti potrete usare persino delle punte di trapano diverse.

In seguito le estremità del filo vanno fissate ai poli dell’atomizzatore e tramite l’ohmmetro bisogna verificare che abbia la corretta resistenza elettrica. 

Dopo aver effettuato questa procedura dovrete avvolgere una striscia di cotone attorno al filo metallico arrotolato.

Tutto ciò che resterà da fare è inserire il tutto all’interno della resistenza, avendo cura di rimuovere il cavo metallico e il cotone utilizzati precedentemente che dovrebbero essere anneriti o comunque consumati dall’usura.

 

 

 

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