Quali tipologie di casse esistono?

Ultimo aggiornamento: 24.04.24

 

Sul mercato è possibile trovare casse di diverso tipo, ma la suddivisione principale effettuata è tra due macro categorie, ovvero casse attive e passive. Cosa si intende però con questi termini? Scopriamolo subito. Le casse attive, spesso chiamate anche amplificate, sono tali perché al loro interno possiedono un amplificatore, solitamente di bassa potenza, che le alimenta e permette al segnale audio di diffondersi passando per gli altoparlanti.

Per chi si stesse chiedendo cosa sia un amplificatore, si tratta di un dispositivo che, in gergo tecnico, aumenta il valore di una grandezza fisica, sia questa sonora, elettrica o meccanica. Tale tipologia di casse contiene quindi i diffusori, o altoparlanti che dir si voglia, e talvolta anche dei subwoofer, per riuscire a riprodurre soddisfacentemente sia gli alti sia i bassi.

Quelle passive, invece, anche chiamate pre-amplificate, sono casse che non hanno alcun amplificatore interno ma sono costituite semplicemente da altoparlanti e bobine e condensatori che servono a filtrare il segnale di ingresso e quindi, non funzionano se non collegate a un amplificatore esterno.

 

Quali scegliere?

Tra le casse attive troviamo numerose sottocategorie che indicano le dimensioni, la potenza e la connettività. Potrete quindi scegliere delle casse amplificate di piccole dimensioni da portare sempre con voi, oppure potreste optare per un prodotto di grandi dimensioni in grado di supportare una potenza di oltre 500 watt, fino ad arrivare a quelle che dispongono di modulo bluetooth per agganciarsi a dispositivi esterni, come smartphone e tablet, e riprodurre la musica inviata direttamente in modalità wireless.

 

 

Di norma queste ultime hanno un costo maggiore poiché più tecnologiche e performanti ma se non volete spendere molto esistono anche altre tipologie di casse attive che consentono la riproduzione da supporti di archiviazione. Potete infatti trovare quelle dotate di slot USB o micro SD in cui inserire chiavette e schede di memoria con file musicali archiviati, creando così una propria playlist univoca da utilizzare per feste oppure occasioni speciali. Le casse attive possono essere collegate a praticamente qualsiasi dispositivo che abbia uno slot per il jack da 3,5 mm, come computer e televisori.

Le casse passive, invece, non avendo un amplificatore interno, sono sicuramente molto più leggere e facili da trasportare, tuttavia necessitando sempre di una fonte d’energia potrebbero risultare scomode da utilizzare fuori casa a meno che non siate musicisti o professionisti del settore. Se rientrate in una di queste due categorie molto probabilmente le casse passive rappresentano la scelta migliore poiché vi permettono più personalizzazione del suono. Vediamo insieme però i pro e i contro di tutte e due le tipologie.

 

Pro e contro

Le casse attive sono sicuramente molto comode e non richiedono alcuna esperienza pregressa, si acquistano, si collegano alla corrente e al dispositivo che invia il segnale audio e il gioco è fatto. Hanno però anche alcuni lati negativi, non potrete per esempio cambiare l’amplificatore interno e in caso di rottura di questo i diffusori non funzioneranno.

Quelle passive permettono invece di scegliere l’amplificatore preferito, potendo quindi optare potenzialmente anche per quelli più costosi sul mercato in grado di offrire performance professionali ma è richiesta una minima conoscenza tecnica per accoppiare questi due apparecchi.

Non esiste dunque il sistema migliore in assoluto ma quello che più si adatta alle vostre esigenze, non escludete a priori le une o le altre ma cercate di capire, in base all’utilizzo che ne farete, su quale tipologia orientarvi.

 

Quanto devono essere potenti?

La potenza delle casse è espressa solitamente in watt. Attenzione però, perché il wattaggio non indica la potenza dei diffusori che di per sé non sono in grado di funzionare da soli ma ci si riferisce, nel caso delle casse attive, alla potenza nominale dell’amplificatore interno. Nel caso delle casse passive, invece, se è indicato il wattaggio, si parla di quanta potenza le casse sono in grado di supportare, per far capire all’utente che tipo di amplificatore può essere utilizzato con quel determinato prodotto.

Per fare alcuni esempi pratici, in ambito casalingo si può puntare su apparecchi da 30 o 40 watt di potenza, più che sufficienti a garantire un ottimo audio sia per l’ascolto di musica sia per la visione di film. Se dovete invece riprodurre musica in un ambiente ampio e molto affollato, ma che sia sempre al chiuso, bisogna partire da un minimo di 300 watt.

Queste casse sono ottime per locali, quindi, ma all’aperto quali sono le performance? La dispersione del suono in un ambiente senza pareti o soffitto è elevata e dovrete quindi puntare almeno al doppio della potenza, 600 watt è il minimo, quindi, per ottenere risultati soddisfacenti.

 

 

Casse per automobile

In una diversa categoria rientrano poi le casse per automobile, sebbene anche qui la potenza sia un elemento fondamentale, troverete che anche le dimensioni e la semplicità di montaggio ricoprono un ruolo decisivo. Se non siete esperti del settore, infatti, potreste dover richiedere l’intervento di un tecnico specializzato, evitando così danni alla vettura e il rischio che il sistema non funzioni affatto.

Calcolate quindi di dover pagare un po’ di più per avere però risultati degni di nota. Per la potenza considerate sempre il wattaggio indicato sulla confezione ma, qualora non vi siano segnalati i watt RMS, acronimo che sta per root mean square, dividete sempre della metà il valore stabilito dall’azienda.

Di norma tale accorgimento vale per tutte le casse amplificate (ecco i migliori modelli) e il wattaggio stabilito sulla confezione è quello massimo raggiungibile, senza calcolare però le distorsioni del suono. I watt RMS invece rappresentano la vera potenza dell’amplificatore interno, quella senza alcun tipo di artefatto o distorsione che vanno ad alterare la fonte audio.

 

 

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