Storia e futuro del touch screen. Come funziona questa tecnologia?

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

 

Tecnologia diffusa ormai in tutto il pianeta, quella touch è stata una vera e propria rivoluzione. Ma vi siete mai soffermati a pensare al suo funzionamento?

 

I dispositivi che portate in tasca tutti i giorni, come gli smartphone Samsung e simili, dispongono di una tecnologia rivoluzionaria che ha cambiato completamente il volto della telefonia nel mondo intero, parliamo naturalmente del touch screen, un display che può essere toccato e che reagisce a tale stimolazione. Oggigiorno siamo abituati a tale funzionamento, dimenticando che si tratta di un vero e proprio prodigio della tecnica. Scopriamone quindi insieme le origini, per ricordare che l’inventiva umana è qualcosa di eccezionale.

 

Il primo touchscreen

L’invenzione dello schermo capacitivo si può far risalire agli anni ’60 del novecento, a opera di Eric A. Johnson, un ricercatore del Royal Radar Establishment situato a Malvern, nel Regno Unito. Pubblicò infatti una serie di articoli tra il 1965 e il 1968 in cui applicava la tecnologia al controllo del traffico aereo, tuttavia non fu l’unico a pensare a questa tecnologia poiché nel 1971 il dottore Sam Hurst, creò un sensore touch chiamato elografo, ancora primitivo se paragonato ai moderni schermi trasparenti ma indubbiamente un passo in avanti importante nella realizzazione della tecnologia capacitiva.

Il primo schermo touch trasparente però non tardò ad arrivare poiché fu sviluppato sempre dalla compagnia di Sam Hurst, la Elographics, nel 1974, che ottenne i diritti del brevetto nel 1977, divenendo il principale fornitore di tale tecnologia su cui ancora oggi si basano i dispositivi come gli smartphone.

Andando avanti negli anni, al 1983, vediamo un’altra compagnia oggi estremamente famosa cimentarsi con i prodotti touch, parliamo di Hewlett-Packard, o HP, che presentò al pubblico il suo computer HP-150, con monitor touch che poteva registrare il movimento delle dita. Potremmo dire però in anticipo sui tempi poiché sfruttava una tecnologia a sensori infrarossi che richiedevano una costante pulizia per evitare l’accumulo di polvere che ne impediva il corretto funzionamento.

Se dotare i computer di monitor touch screen era un’operazione ancora troppo complessa, Apple iniziava già ad applicare la tecnologia ad altri prodotti di facile utilizzo: nel 1993 presentò il primo palmare con schermo touch da “toccare” non solo con le dita ma anche con apposita penna capacitiva, ovvero il Newton Message Pad.

 

Touch e telefoni

Tutti potrebbero ritenere l’iPhone di Steve Jobs il primo, vero smartphone a essere introdotto sul mercato, tuttavia non è stato il primo telefono a essere dotato di schermo touch. Tornando indietro di oltre 10 anni dall’uscita del primo melafonino scopriamo infatti un prodotto IBM chiamato Simon, che disponeva non solo di uno schermo touch ma anche di applicazioni come il calendario, la calcolatrice, un sistema per controllare la posta elettronica, inviare fax e persino il gioco, seppur semplice, Scramble. Questo dispositivo può a tutti gli effetti essere considerato il primo smartphone della storia, pur avendo delle dimensioni notevoli e non particolarmente semplice da portare con sé.

Molti utenti potrebbero però obiettare che, a consacrare la tecnologia, fu l’uscita di iPhone nel 2007 ed è innegabile che sia così, in una decina d’anni circa questi prodotti Apple hanno completamente cambiato il modo di vedere i telefoni cellulari portando gli schermi touch nella vita di tutti i giorni, aprendo la strada ad altri dispositivi come i computer touch, spesso sempre più piccoli e gestibili anche con la classica penna per tablet.

Schermi resistivi e capacitivi

Non tutte le tecnologie che prevedono touch screen sono però uguali, c’è stata infatti un’evoluzione in tal senso, passando dai sensori che creano campi magnetici e con cui si può interagire grazie a una penna touch, passando per gli infrarossi proiettati appena sotto la superficie dello schermo fino ad arrivare a due delle tecnologie più moderne, quella degli schermi resistivi e capacitivi.

Gli schermi resistivi sono realizzati con due strati sovrapposti di materiale conduttivo, opportunamente separati tra di essi. Quando il dito preme sullo schermo esterno, i due strati si toccano, dando vita a un partitore di tensione, che identifica la posizione in cui lo il display è stato toccato.

Molto più diffuso è invece lo schermo capacitivo, utilizzato anche su console da gioco, che sfrutta uno strato di ossido metallico diffuso su tutta la superficie esterna. Quando viene toccato da un conduttore di elettricità, i condensatori situati appena sotto il vetro rilevano la variazione di tensione e registrano il segnale che viene inviato al dispositivo. Questa tecnologia ha permesso di implementare il multi-touch, ovvero il tocco multiplo che ha dato poi vita a pratiche come il pinch-in e pinch-out, metodo intuitivo per zoomare immagini e video.

 

 

Il futuro

Come sappiamo il progresso non si arresta mai e sono già in sviluppo schermi touch flessibili, tanto da poter addirittura essere arrotolati per occupare meno spazio. Tra le compagnie che sfrutteranno in un futuro non troppo lontano la tecnologia abbiamo per esempio la sudcoreana Samsung che, dopo qualche passo falso, sembra tornata in sella per presentare la prossima generazione di schermi touch a un pubblico quanto più ampio possibile.

Touch screen non funziona, cosa fare?

Se in seguito a una caduta lo schermo touch del vostro dispositivo non funziona più, ecco cosa potete fare prima di recarvi da un tecnico specializzato per eventuale sostituzione. Innanzitutto provate a riavviare lo smartphone, procedura che spesso risolve problemi momentanei. 

Se il problema è invece nella lentezza generale di risposta al tocco, potreste provare a rimuovere alcune applicazioni dall’esecuzione, liberando preziosa memoria RAM che potrebbe quindi essere allocata alle impostazioni di sistema. Per eseguire tale procedura vi basterà chiudere le app aperte o, in alternativa, disinstallarle completamente per evitare che all’accensione si avviino automaticamente. Se queste due semplici procedure non dovessero produrre risultati, vi invitiamo a contattare un tecnico specializzato per eventuale sostituzione dello schermo.

 

 

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